Queste perenni, o piccoli arbusti, non sono di difficile coltivazione durante la stagione vegetativa; prediligono posizioni molto luminose, anche soleggiate, e se poste in luogo buio o scarsamente soleggiato tendono a fiorire in modo contenuto. Possono sopportare brevi periodi di siccità, ma generalmente un lungo periodo senza acqua si traduce in pochi fiori e foglie appassite; quindi si posizionano al riparo del vento, che potrebbe asciugare eccessivamente il terreno, e si annaffiano regolarmente, ogni volta che il substrato tende ad asciugare.
Evitiamo però anche di lasciarle inzuppate di acqua, cosa che favorisce lo svilupparsi di marciumi radicali, muffe e funghi, che possono rovinare una lantana anche in breve tempo.
Da aprile a settembre, ogni 12-15 giorni, mescoliamo all’acqua delle annaffiature del concime per piante da fiore, che stimolerà una abbondante fioritura e una vegetazione rigogliosa. All’arrivo dell’autunno, potiamo gli arbusti, accorciando di circa un terzo ogni ramo, in modo da favorire lo sviluppo di una pianta più densa e compatta. Se il clima lo permette, e si mantiene sempre abbastanza mite e umido, molte varietà di lantana mantengono il fogliame anche durante l’inverno.
Le azalee appartengono al genere Rhododendron. I botanici hanno negli ultimi anni unificato le specie rendendosi conto del fatto che non esistono differenze sostanziali.
Alcuni distinguono i due generi contando il numero di stami o affidandosi alla differenza tra piante a foglia caduca o persistente.
Altri, invece, fanno notare che le azalee hanno foglie più appuntite e con piccoli peli mentre, osservando quelle dei rododendri con una lente di ingrandimento, si possono notare delle piccole squame.
Durante l'inverno le ortensie sono prive di fogliame, e sopportano senza problemi il gelo, anche se intenso e continuativo; in primavera cominciano a produrre i loro grossi germogli, se il clima non è naturalmente umido dovremo cominciare con le annaffiature, in modo da mantenere il terreno sempre umido e fresco; le annaffiature diverranno molto abbondanti e regolari con l'arrivo della bella stagione: in estate può essere necessario annaffiare la nostra ortensia ogni mattino e ogni sera. Spesso le piante tendono ad appassire, se il terreno è eccessivamente asciutto: la fornitura d'acqua le fa riprendere nel giro di una mezz'ora.
Da marzo a ottobre forniamo del concime per piante da fiore; se desideriamo che le nostre ortensie sfoggino un bel colore blu vivace dovremo fornire del concime per piante acidofile, e coltivare la nostra ortensia in terreno per piante acidofile. Se invece ci accontentiamo di godere dei fiori del colore che la natura vorrà donarci, possiamo utilizzare una buona terra da giardino, ben drenata e ricca, e concimare con del concime per comuni piante da fiore.
Spesso con il passare degli anni gli arbusti di ortensia tendono ad alzarsi eccessivamente, spogliandosi nella parte bassa, per evitare che questo avvenga in genere si interviene ogni anno, a fine inverno, asportando circa un quarto dell'apice di ogni ramo, in modo da favorire una vegetazione più compatta.
L’ulivo è una pianta mediterranea, che ben si adatta a vivere in gran parte d’Italia, soprattutto nelle zone che presentano inverni miti; sopporta molto bene il caldo e la siccità, anche se, negli uliveti gli stress idrici possono causare un abbassamento vistoso della produzione e dimensione dei frutti, con evidenti danni alla conseguente produzione di olio. Gli ulivi sopportano abbastanza bene anche il freddo, ma non tollerano temperature inferiori ai -7/-10°, soprattutto se si verificano per lunghi periodi di tempo. Si coltivano quindi in luoghi soleggiati, possibilmente con inverni non eccessivamente freddi, o comunque posti al riparo dai freddi venti di dicembre e gennaio. La produzione dei primi germogli avviene in genere a fine inverno, tra febbraio e marzo, appare quindi evidente che in zone con inverni molto rigidi la produzione di fiori e frutti sarà assai ridotta.
Gli ulivi producono un apparato radicale ampio, ma poco profondo, che in genere si ferma a circa un metro di profondità; non necessitano quindi di terreni eccessivamente profondi, e si sviluppano al meglio in terreni sassosi, abbastanza ricchi, ma molto ben drenati. Temono soprattutto i terreni compatti e pesanti, con ristagni idrici anche solo occasionali; in alcune zone d’Italia infatti gli ulivi non resistono all’inverno a causa dell’eccessiva umidità invernale. Alla messa a dimora si tende quindi ad arricchire il terreno con dello stallatico, e a renderlo più drenante aggiungendo sabbia, pietra pomice o ghiaia, in modo che il rischio di ristagni sia minimo.
Se viviamo in una zona con inverni decisamente molto rigidi, e con forte umidità, è consigliabile porre gli ulivi, durante i mesi invernali, in un luogo riparato dal freddo e dalle precipitazioni, coltivandoli quindi in vaso, o preparando una sorta di copertura sulla pianta. Nei mesi invernali gli ulivi sono in una fase di riposo vegetativo, e quindi non necessitano di annaffiature.
Queste piante necessitano di temperature minime medie non inferiori ai 10-12 °C, quindi in Europa si coltivano in appartamento; scegliamo per l'anthurium una posizione ben luminosa, ma lontana dai raggi solari diretti, che potrebbero rovinarne il fogliame. Le annaffiature saranno regolari, ma non eccessive; cerchiamo sempre di annaffiare solo quando il terreno è asciutto, ma evitiamo di lasciarlo senz'acqua per periodi prolungati di tempo. Ogni 12-15 giorni aggiungiamo all'acqua delle annaffiature del concime per piante da fiore, per tutto l'arco dell'anno, poiché l'anthurium non ha periodo di riposo vegetativo.
L'anturio teme gli sbalzi di temperatura e i colpi d'aria, quindi evitiamo di posizionarlo troppo vicino a una finestra o a fonti di calore. Periodicamente è consigliabile asportare i fiori appassiti ma anche il fogliame rovinato.
Le foglie che ingialliscono sono in genere sintomo di problemi nella coltivazione: se la foglia ingiallisce completamente si tratta di problemi idrici, le radici non raggiungono l'ossigeno o le sostanze minerali contenute nel terreno, questo può avvenire a causa di un terreno costantemente inzuppato d'acqua.
Se invece il fogliame ingiallisce a partire dalle estremità o dal bordo si può trattare di una carenza di annaffiature o di un eccesso di concimazione.
La Medinilla è quindi una pianta che si presta per essere coltivata in serre. Richiede per tale operazioni un terriccio prevalentemente sostanzioso ma leggero, ricco di terra di bosco e di castagno. Si moltiplica per margotta. Questo sistema di riproduzione, così chiamato, consente la moltiplicazione di una pianta separando le radici e facendole diventare sospese in modo da favorire l’innesto naturale su altri rami. Questo sistema è molto diffuso nella lavorazione e creazione dei bonsai. La Medinilla è una pianta che per alimentarsi richiede abbondante acqua soprattutto nel periodo massimo di vegetazione.
L’ambiente ideale deve essere molto luminoso, in quanto le giova molto ai fini dello sviluppo dei colori che saranno più vivaci. I floricoltori riproducono la pianta con le talee ricavate dai polloni giovani staccati dalla pianta madre che, vengono posti a radicare sotto le campane di vetro in serra calda e umida, a una luminosità costante regolata con il sistema tradizionale delle luci crepuscolari molto utilizzate in botanica e nell’allevamento di particolari pesci tropicali. Quest’accorgimento consiste nel simulare la differenza di luminosità tra il giorno e la sera senza stacchi repentini e quindi, ininfluenti al sistema neurovegetativo dell’apparato radicale di quasi tutte le piante che come gli esseri umani, hanno un loro particolare sistema di reazione alle avversità climatiche.
Le orchidee sono delle piante originarie di climi totalmente differenti dal nostro, che solitamente vivono in climi tropicali dove le temperature sono sempre elevate e l'umidità è alta. La coltivazione in Italia è possibile ma solo tenendo queste piante in appartamento durante i mesi più freddi.
Le temperature minime di crescita per le orchidee infatti devono essere di almeno 18-20 °C e per questo vanno tenute al caldo durante i mesi invernali. Le orchidee sono anche delle piante esigenti per quel che riguarda l'umidità e per curarle al meglio dovremo ricordarci di mantenere un'elevata umidità intorno alla pianta con frequenti vaporizzazioni delle foglie e del fusto. Un altro fattore importante per queste piante è la luce poiché si tratta di piante che hanno bisogno di luce ma mai di luce diretta e preferiscono luce diffusa.